La pneumatizzazione del seno mascellare limita spesso l’altezza ossea residua nei settori posteriori superiori, rendendo necessari approcci invasivi come rialzi di seno o innesti. La filosofia “one fixture‑two molars”, che prevede l’inserimento di un solo impianto oversize in sede premolare per supportare due corone molari in cantilever, offre una soluzione minimamente invasiva. In questo contesto si inseriscono l’impianto conico Syra Magnum (Ø 5 mm; lunghezza 8,5–10 mm) e il framework in tecnopolimero rinforzato Trilor Arch®, entrambi sviluppati da Bioloren.

Obiettivi
Valutare la sopravvivenza implantare, la stabilità ossea marginale e l’incidenza di complicanze biomeccaniche e biologiche di un’unica fixture Syra Magnum con protesi avvitata a tre elementi su struttura Trilor Arch o metal‑composite tradizionale.

Materiali e metodi
Sedici pazienti (età media 58 anni) con edentulia distale del mascellare superiore sono stati trattati con un unico impianto premolare caricato, dopo guarigione sommersa di 3‑5 mesi, con una protesi a cantilever distale di 10–12 mm. Otto riabilitazioni presentavano framework metallico, otto utilizzavano Trilor Arch cementato su abutment in titanio personalizzati. Follow‑up clinico e radiografico a 6, 12 e 24 mesi ha monitorato sopravvivenza, complicanze e perdita ossea marginale.

Risultati principali

  • Sopravvivenza implantare e protesica del 100 % a 24 mesi.

  • Tre complicanze minori (19 %): due allentamenti di vite risolti con retorque e una peri‑implantite trattata chirurgicamente.

  • Perdita ossea marginale cumulativa media pari a 0,45 ± 0,44 mm, senza differenze clinicamente rilevanti tra i framework.

  • Il core in Trilor Arch ha mostrato una distribuzione più uniforme degli stress, con trend di riduzione delle micromovimentazioni e maggiore comfort riferito dai pazienti.

Conclusioni
Il protocollo con singolo impianto Syra Magnum e cantilever distale su framework rinforzato in Trilor Arch dimostra, nei primi due anni, elevata predicibilità, minima perdita ossea e ridotta incidenza di complicanze. Questi risultati confermano la vocazione dei sistemi Bioloren a supportare un’implantoprotesi moderna, biologicamente orientata e accessibile, ponendosi come valida alternativa alle tecniche rigenerative tradizionali nei settori posteriori atrofici. Studi multicentrici a lungo termine sono auspicati per consolidare ulteriormente l’evidenza scientifica di questa soluzione.