Introduzione:
Il concetto All-on-4 è stato sviluppato per ottimizzare l’utilizzo dell’osso residuo nei pazienti edentuli, permettendo la riabilitazione immediata senza la necessità di interventi rigenerativi complessi, riducendo così costi e morbilità. Il presente studio descrive un caso clinico di riabilitazione mandibolare mediante quattro impianti transmucosi con collo conico e una protesi fissa avvitata, realizzata con una struttura interna rinforzata in fibra di vetro e resina (TriLor Arch). L’obiettivo è dimostrare l’efficacia funzionale ed estetica del protocollo chirurgico e protesico dopo due anni di follow-up.

Materiali e Metodi:
Una donna di 68 anni, con edentulia posteriore e atrofia mandibolare, è stata sottoposta a trattamento All-on-4. Dopo l’estrazione degli elementi compromessi, sono stati inseriti quattro impianti Prama (Sweden & Martina), due inclinati distalmente e due diritti mesialmente. La protesi provvisoria è stata caricata immediatamente. Dopo sei mesi è stata realizzata la protesi definitiva ibrida, con struttura interna in TriLor Arch, un composito in resina termicamente polimerizzata e rinforzato con fibre di vetro multidirezionali.

Protocollo chirurgico e protesico:
L’intervento ha previsto il sollevamento di un lembo mucoperiosteo e l’inserimento di due impianti distali inclinati con torque di almeno 35–40 Ncm. Sono stati utilizzati monconi transmucosi per correggere l’inclinazione. I due impianti mesiali sono stati posizionati con tecnica di sottopreparazione per ottenere una stabilità primaria ottimale. La protesi provvisoria è stata adattata e cementata in bocca a tre ore dall’intervento. La protesi definitiva, realizzata con tecnica open-tray e materiali bioriempitivi, ha integrato la barra in TriLor Arch, cementata con composito duale.

Risultati:
A due anni di follow-up, tutti gli impianti erano stabili con margini ossei ben conservati. La perdita ossea marginale media è risultata di 0,5 ± 0,09 mm, senza differenze tra impianti inclinati e diritti. Non è stato rilevato sanguinamento al sondaggio (BOP = 0). L’igiene orale è stata mantenuta con visite semestrali. Dal punto di vista clinico, la protesi ha mostrato ottime performance biomeccaniche e igieniche, grazie alla leggerezza, rigidità e adattamento tessutale del composito FRC, oltre a un’estetica soddisfacente.

Discussione:
Il protocollo All-on-4 si conferma efficace anche in mandibole atrofiche. Gli impianti a collo conico presentano vantaggi significativi:

  • evitano la necessità di fori aggressivi per impianti inclinati

  • riducono l’esposizione dei filetti mesiali

  • migliorano l’adattamento della protesi anche in presenza di retrazione gengivale

La protesi ibrida rinforzata con TriLor Arch rappresenta un’alternativa innovativa alle strutture metalliche tradizionali. Il materiale composito, usato anche in ingegneria aeronautica, combina leggerezza, resistenza e distribuzione multidirezionale delle forze. La sua struttura intrecciata migliora la stabilità sotto carico e facilita l’integrazione chimica con i materiali estetici. Inoltre, la realizzazione può avvenire interamente in laboratorio, senza necessità di fresaggio CAD/CAM, semplificando il workflow.

Implicazioni Cliniche:
L’uso combinato di impianti a collo conico e strutture rinforzate in FRC consente un approccio minimamente invasivo, efficiente e replicabile. Questo sistema è particolarmente vantaggioso nei casi con osso limitato, pazienti anziani o con esigenze estetiche elevate. La flessibilità della struttura composita consente inoltre un adattamento ottimale ai cambiamenti post-chirurgici dei tessuti molli, mantenendo nel tempo funzionalità e igiene.

Conclusioni:
L’integrazione di impianti a collo conico e protesi ibride con struttura rinforzata in fibra di vetro e resina (TriLor Arch) ha garantito risultati clinici eccellenti a due anni. L’approccio ha dimostrato elevata affidabilità, biocompatibilità, leggerezza e semplicità d’uso. Sono auspicabili ulteriori studi a medio-lungo termine per confermare la stabilità ossea e l’integrità strutturale della protesi in contesti più ampi e diversificati.

Link all’articolo originale (Journal of Oral Science & Rehabilitation, Vol. 5, Issue 3, 2019):
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